
I granchi giganti vivono davvero a Roma: ecco dove vederli e perché si trovano proprio lì
Sembra un racconto di fantasia, invece è tutto vero: granchi giganti d’acqua dolce sono stati scoperti nel cuore di Roma, proprio dove meno ce li si aspetterebbe — nel sottosuolo dei Fori Imperiali, e in particolare nell’area del Foro di Traiano, tra via dei Fori Imperiali e via Magnanapoli, a pochi passi dalla Colonna Traiana.
Un ritrovamento eccezionale che ha stupito persino gli archeologi: questi crostacei non solo vivono da tempo in quel tratto storico della città, ma avrebbero formato un vero e proprio ecosistema nascosto, favorito dalle condizioni ambientali favorevoli presenti nel sottosuolo urbano.
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Un ecosistema invisibile nel cuore archeologico di Roma
I Potamon fluviatile, questo il nome scientifico dei granchi ritrovati, sono crostacei d’acqua dolce tipici del bacino mediterraneo, già noti per la loro presenza in zone umide e paludose. La vera notizia è che esemplari così grandi e in gruppo non erano mai stati osservati prima nella Capitale.
Eppure oggi, tra gli antichi marmi e i resti delle civiltà romane, nella fascia sotterranea che corre parallela a via Alessandrina e accanto alla statua di Costantino, un’intera colonia di questi granchi vive indisturbata. Uscendo di notte in cerca di cibo – tra resti organici, carcasse di piccoli animali e scarti urbani – riescono a mantenersi lontani dallo sguardo umano e dai pochi predatori urbani rimasti, come gatti, topi o cornacchie.
Perché proprio al Foro di Traiano?
Quella zona di Roma, anticamente, era un’area umida: lì scorreva un ramo del fiume Tevere e durante l’Impero fu realizzata la celebre Cloaca Maxima, la rete fognaria più grande dell’antichità.
È proprio all’interno di quel labirinto di cunicoli, interrati e oggi dimenticati, che i granchi hanno trovato rifugio per secoli. La loro sopravvivenza silenziosa è dipesa da:
- Umidità costante grazie a falde e canali antichi ancora attivi,
- assenza di predatori diretti,
- scorte di cibo urbano accessibili,
- e soprattutto da un contesto poco disturbato dall’uomo.
Una teoria affascinante: il gigantismo urbano
Un’altra curiosità legata a questi granchi è la loro dimensione sorprendente: alcuni esemplari adulti raggiungono gli 8 centimetri, ben al di sopra della media di 4-5 cm.
Questo ha spinto i biologi a parlare di un possibile caso di gigantismo urbano, un fenomeno noto in ecologia: quando un animale si adatta così bene all’ambiente cittadino da crescere oltre le sue dimensioni medie, grazie all’assenza di pericoli, all’abbondanza di cibo e alla ridotta competizione per le risorse.
Una storia antichissima? Forse arrivano dai Greci
Alcune ipotesi più affascinanti suggeriscono che questi granchi non siano autoctoni dell’area romana, ma che siano stati introdotti oltre 3000 anni fa dai coloni greci.
Potrebbero aver fatto parte di un patrimonio biologico portato con sé, poi adattatosi perfettamente all’ambiente romano: un esempio spettacolare di integrazione ecologica silenziosa, visibile solo oggi grazie a condizioni favorevoli e studi più recenti.
Dove vederli: la mappa precisa
Per i più curiosi, la zona dove è stata segnalata più volte la loro presenza è:
- Foro di Traiano, accesso visibile da via dei Fori Imperiali, tra Piazza Venezia e via Magnanapoli.
- L’area archeologica, accessibile da diversi punti, si estende attorno alla Colonna Traiana, dove nei pressi delle fondamenta è stato avvistato il maggior numero di granchi.
- Attenzione: gli esemplari sono attivi solo di notte, silenziosi e sfuggenti, per cui è raro vederli a occhio nudo. Le foto più spettacolari sono state scattate da operatori notturni e archeologi durante rilievi sul campo.
- Sì, i granchi Potamon fluviatile vivono in ambienti umidi e vicino all’acqua, in particolare in ruscelli, canali sotterranei, sorgenti e zone con falde freatiche.
Nel caso di Roma, non stanno nell’acqua corrente a cielo aperto, ma in ambienti sotterranei umidi, come:
gallerie antiche con presenza di acqua stagnante o infiltrazioni,
condotti secondari della Cloaca Maxima,
zone interrate con umidità costante, vicino a resti archeologici che trattengono l’acqua.
Escono solo di notte per cercare cibo in superficie, ma vivono per lo più nascosti sotto terra, a contatto con ambienti umidi.

Un patrimonio naturale da proteggere
Nonostante la loro resistenza, questi granchi sono considerati a rischio estinzione, sia per l’inquinamento dei canali che per la progressiva riduzione degli habitat naturali.
Studiare e monitorare questo ecosistema urbano nascosto è ora una priorità per biologi e naturalisti, che vedono nei Fori non solo il passato della nostra civiltà, ma anche un presente naturale da tutelare.